lunedì 29 dicembre 2014

Conosciamo i nostri piedi in statica e dinamica...

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Nella pratica sportiva generalmente il piede è la parte più sovraccaricata e soggetta a notevole stress, che può comunque essere notevolmente ridotto correggendo e rieducando la sensorialità e propriocettività dell'appoggio evitando molte sollecitazioni dannose per il piede ed il resto del corpo. Non sempre il piede appoggia in maniera corretta, secondo la conformazione plantare, vi può essere un appoggio anomalo che carica eccessivamente  l'interno e l'esterno.
 Il piede anatomicamente è un organo molto strutturato, caratteristico della specie umana, la sua funzione statica e dinamica lo rende ancora più complesso. L'architettura podalica comprende tre archi e tre zone d'appoggio principale, il bordo esterno presenta una banda continua in contatto col suolo, mentre invece il bordo interno manca di un appoggio centrale. L'altezza della volta plantare è variabile da un soggetto all'altro in base alla propria morfologia, la sommità della volta resiste a grandi forze di compressioni e sforzi di trazione con i legamenti plantari.
Fisiologicamente il piede in dinamica appoggia: inizialmente sulla parte esterna del tallone, successivamente, con movimento rotatorio scarica il peso verso la punta, inclinandosi appoggia l'arco plantare. Tutto questo aiuta a sensibilizzare l'impatto con il terreno.
La valutazione di un soggetto si può fare in due modi molto semplici:

a- osservando l'intersuola della scarpa, se i talloni convergono verso il basso e sono deformati nella parte interna siamo in presenza di un appoggio iperpronato.
b- se invece le suole presentano un'usura forte nella parte esterna l'appoggio è in supinazione.

Proposta pratica per la stabilizzazione caviglia-ginocchio-anca



















Prof. Ciro Abbruzzese
 

martedì 23 dicembre 2014

AUGURI A TUTTI

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AUGURI A TUTTI,
a chi mangerà il petto di pollo alla griglia e a chi il panettone, a chi andrà comunque ad allenarsi e a chi si riposerà passeggiando per le strade illuminate...LIBERTA'...

passate questi giorni come meglio credete senza giudicare chi non la pensa come voi, non è una gara è una FESTA e il più "virtuoso" non vince nulla...

BUON NATALE !!!

Studio Phisiofit Latina
pt Simona Spagni
Prof. Ciro Abbruzzese

lunedì 22 dicembre 2014

Uno spunto di riflessione... tra apparenza e sostanza

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L'immagine in ogni professione a diretto contatto con i clienti rappresenta un ottimo biglietto da visita e ciò vale anche per il personale trainer.
Appare infatti evidente che nella scelta del professionista del fitness dal quale vogliamo essere seguiti e supportati nel nostro percorso di benessere un ruolo importante lo rivesta anche il suo aspetto esteriore a testimonianza di uno stile di vita sano e sportivo.
Dietro tutto ciò deve però esserci anche molto altro, non si può ricondurre tutto alla sola apparenza come purtroppo spesso accade. Un istruttore può essere un ottimo insegnante pur con qualche chilo in più e affermazioni che esaltino la sola fisicità oltre che non condivisibili, sono esternamente dannose per tutti. Non dimentichiamo infatti che fitness e salute sono strettamente correlati e allenamenti errati possono provocare danni anche seri soprattutto in presenza di patologie e disequilibri scheletro-muscolari.

Un buon personale trainer, oltre che "fisicato" deve formarsi correttamente, aggiornarsi costantemente ed avere un atteggiamento professionale ed eticamente corretto, conoscere i propri limiti e studiare per superarli, e sapersi anche tirare indietro in presenza di casi che non è oggettivamente in grado di trattare perchè privo delle specifiche conoscenze o perchè di competenza di altro professionista.
Solo in quest'ottica si può veramente offrire ai nostri clienti un servizio sempre più qualificato che ha come principale obiettivo il benessere della persona a 360°.

p.t. Simona Spagni
Prof. Ciro Abbruzzese

giovedì 11 dicembre 2014

Le scapole alate dei giovani "Leptosomi"

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Nei giovani "Leptosomi" soprattutto in età evolutiva della crescita 12/14 anni, data la crisi puberale pre-adolescenziale a cui si associa un notevolissimo momento strutturale osteo-articolare (proceritas secunda) le scapole rappresentano il più diffuso dei paramorfismi del rachide potendosi presentare distaccate e lateralizzate. Tutto ciò comporta un dorso ampio e piatto, associato ai pettorali addotti dall'omero per effetto della biarticolarità.

 Da ciò deriva una notevole ipotonicità dei muscoli fissatori scapolari (Gran dentato. romboide minore e maggiore, elevatore scapolare).Questo paramorfismo determina un'instabilità a tutto il complesso scapolare articolare, provocando cosi una perdita di controllo della posizione della testa omerale in rapporto alla cavità glenoidale durante la mobilità attiva.
Appare dunque di fondamentale importanza per la stabilità prossimale dell'arto superiore che le scapole siano corrette e simmetriche.




Proposta pratica: Prof. Ciro Abbruzzese

martedì 2 dicembre 2014

Sovraccarico Meccanico del gomito "Epicondilite"

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L'Epicondilite è la presenza di un dolore acuto ed intenso nella regione esterna del gomito infiammando il tendine dell'inserzione ossea "epicondilo omerale". Su tale sporgenza ossea ci sono i tendini dei muscoli epicondiloidei:
- estensore comune delle dita
- estensore radiale lungo del carpo
- estensore radiale breve del carpo
- estensore ulnare del carpo

L'epicondilite non è una patologia solo per gli sportivi, ma per tutti coloro che sottopongono il gomito a sollecitazioni eccessive e ripetitive nel gesto d'estensione (avambraccio - polso) sovraccaricando cosi il tendine del muscolo estensore breve del carpo. Ricordiamo che il gomito è un'articolazione intermedia dell'arto superiore, che permette l'adattamento in lunghezza del braccio in rapporto al corpo, grazie ai movimenti di flesso-estensione (articolazione radio-ulnare) e prono-supinazione per l'rientamento della mano (articolazione omero-radiale) innervazione C6-C7.
Molti studi hanno dimostrato che il 60% delle tendinopatie possono essere accompagnate anche da neuropatie, in questo caso associato ad una compressione del nervo interosseo posteriore  nell'Arcata di Froshe, causando deficit motori.
Oggi grazie a precisi studi accompagnati da tecniche evolutive nella rieducazione funzionale, si considera il gomito, un'unico segmento dal rachide cervicale inferiore, spalla, gomito fino alla mano.
Proposta Pratica per un lavoro funzionale-preventivo sul gomito:

Prof.Ciro Abbruzzese


domenica 23 novembre 2014

Alterazione funzionali del ginocchio " sindrome femoro-rotulea"

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La sindrome femoro rotulea è causata da un'insieme di alterazioni morfo funzionali che determinano l'insorgenza di una gonalgia anteriore. Ricordo che tutte le alterazioni assiali o rotazionali dell'arto inferiore, oppure del piede incidono negativamente sulla biomeccanica articolazione.

Morfologicamente la rotula è un osso sesamoide triangolare posizionato internamente al tendine del quadricipite. La sua meccanica articolare con l'osso trocleare del femore, costituisce il fulcro di tutto il meccanismo estensorio, trovandosi a contatto cosi con il condilo femorale facendo attrito, a partire dai 15°-20° di flessione sino al completo movimento. In questa patologia troveremo la rotula spostata esternamente rispetto alla sua fisiologia.
Tutti i fattori di controllo dello scorrimento rotuleo avvengono tramte gli stabilizzatori meccanici della rotula (vasto mediale e vasto mediale obliquo) inoltre il tendine bandelletta ileo tibiale ed il bicipite femorale, stabilizzatori dinamici controllano la rotazione tibiale.



I fattori scatenanti:
  • traumi
  •  lassità legamentosa
  •  infiammazione cartilagina articolare
  •  intrarotazione dell'arto inferiore
  •  rotazione esterna della tibia
  •  pronazione del piede
  • valgismo
Proposte Pratiche:
  • allungamento degli ischio cruali
  • gastrocnemio e soleo
  • allungamento del tensore della fascia lata
  • rinforzo dei muscoli profondi tripode e dipode
  • rinforzo del vasto mediale e vasto mediale obliquo
Prof. Ciro Abbruzzese


mercoledì 12 novembre 2014

Base neurofisiologica dei movimenti esplosivi - balistici

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Lo sviluppo sinergico dei movimenti esplosivi - balistici è costituito da un rapido susseguirsi di una contrazione eccentrica, e concentrica, dove la prima fase è un movimento esplosivo di allungamento muscolare (eccentrica), seguita da un fase di rapido accorciamento (concentrica).

Per poter compiere un gesto ripetuto più volte, il corpo restituisce sotto forma di lavoro meccanico l'energia elastica (componenti contrattili tendini, miosina - actina) potenziale accumulata nel corso della fase eccentrica.
Per capire quali sono gli elementi neuro-fisiologici che caratterizzano il gesto esplosivo, bisogna ricordare che, tutto questo è una specializzazione dei meccanorecettori fusi neuromuscolari e gli organi neurotendinei dei Golgi.
I fusi sono recettori meccanici provvisti di capsula, della lunghezza di 4-10 mm. Ogni fuso è composto da piccole fibre muscolari specializzate, intrafusali disposte in parallelo con le fibre dei muscoli extrafusali che vengono stirate quando questi si allungano. Le fibre intrafusali sono provviste di duplice innervazione: afferente sensitiva e motoria. I recettori neuro tendinei di Golgi si situano nel periosto articolare perpendicolare all'inserzione delle fibre tendinee. L'organo dei Golgi può raccogliere la somma delle sollecitazioni che vi possono esercitare.


Da non dimenticare l'area di comando che determina :
  • la funzione del muscolo
  • il tipo di fibre presenti nel muscolo
  • il suo Metabolismo
  • la sua velocità d'azione
  • la sua resistenza alla fatica
Gli esercizi di movimenti esplosivi - balistici devono essere proposti in progressone d'intensità, ricordo che bisogna già aver aquisito un buon livello di controllo cinestetico.

I principali esercizi:
  • balzi  in spinta
  • balzi sul posto verso l'alto
  • balzi in trazione
  • balzi multipli
  • corsa balzata
  • Squat jump
  • Affondo laterale con jump
  • combinazione motoria di più gesti







Prof. Ciro Abbruzzese

mercoledì 5 novembre 2014

stabilizzazione adeguata per i movimenti della spalla...

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L'attività fisica in genere, dove le ripetizioni di gesti sportivi, sovraccarichi , movimenti specifici, tecniche ad alta intensità svolte per lungo tempo, determina un'azione meccanico-traumantica su tutta la struttura della spalla, ciò può essere facilitato già da difetti di assialità articolare o postumi di un trauma acuto.

Gli infortuni da sovraccarichi funzionali su questa struttura, avvengono per una mancanza di un lavoro propriocettivo per la cuffia de rotatori, in primis è la struttura anatomica della cavità glenoidea della scapola è poco profonda e non ostacola i movimenti dell'omero, questo favorisce una buona flessibilità ma una cattiva stabilità.
La coaptazione "stabilità" di questa articolazione è data dai legamenti gleno-omerali, e dai quattro muscoli della cuffia dei rotatori ( sovraspinato, sottoscapolare, infraspinato, piccolo rotondo), ricordo inoltre che la spalla è rappresentata dal complesso scapolo-omerale dove coinvolge sinergicamante il sovraspinato ed il tendine del capo lungo del bicipite.
La maggior parte dei movimenti della spalla sono inconsci, i muscoli hanno un comando sottocorticale permettendo la stabilizzazzione più adeguata al movimento programmato.
Proposta:

domenica 2 novembre 2014

Cintura addominale il vero fulcro di forza funzionale....

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Secondo il nostro approccio funzionale dobbiamo ricordare che i muscoli non realizzano solo una semplice funzione motoria, ma anche di stabilizzazione e protezione delle articolazioni, che possiamo chiamare stabilità attiva muscolare delle articolazioni, per distinguerla da quella passiva realizzata dalle capsule e dai legamenti.
L'apparato locomotore è un sistema di leve e di cui fulcri, cioè i punti d'appoggio sono le articolazioni, quindi per stabilizzare questi fulcri, su cui si scaricano continuamante potenze e resistenze l'aiuto della stabilizzazione muscolare oltre che di quella capsulo-legamentosa. 
A livello della regione addominale il tratto lombare della colonna è stabilizzato da un sistema di muscoli profondi e superficiali che circondano la cintura addominale.
Pertanto non solo i retti addominali  ma anche gli obliqui interni e esterni, trasverso dell’addome, il multifido lombare, paravertebrali, quadrati dei lombi e psoas.
Il tratto lombare della colonna è il più mobile assieme a quello cervicale: dove c'è mobilità è necessaria anche una stabilizzazione muscolare che regoli le forze che si scaricano sulle articolazioni, modulando il movimento e preservando la parte scheletrica dai micro e macrotraumatismi provoca da improvvise e intense accelerazioni o decelerazioni.
È fondamentale il nostro intervento su tutti i muscoli della cintura; profondi e superficiali, considerando :
  • funzione del muscolo
  • Il tipo di fibre
  • Il metabolismo
  • La velocità d'azione
  • La sua resistenza alla fatica
  • L’area cerebellare
Proposta :
un allenamento funzionale della cintura addominale, prevede che siano trattate prima le eventuali zone di minore resistenza, poi potenziati i muscoli in modo simmetrico e coordinato. Questo è uno degli aspetti fondamentali della preparazione fisica di base senza la quale mancano i presupposti per una ragionevole preparazione specifica.
Prof. Ciro Abbruzzese

venerdì 31 ottobre 2014

Diastasi Addominale ...recupero muscolare

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Diastasi addominale…recupero muscolare

La distasi dei retti addominali è un circuito traumatico che colpisce le zona centrale del retto addominale. Altera la meccanica del bacino con sovraccarichi anche a livello della schiena, si ha ciò la sensazione di un maggior affaticamento in quella zona in quanto la corretta stabilità della colonna è data anche da una buona tonicità dei muscoli addominali.

Esteticamente si nota una certa rotondità dell’addome, fino ad arrivare ad una vera e propria protuberanza nella parte centrale dei retti addominali.
La figura del professionista di scienze motorie può in questo operare con successo intervenendo a livello motorio con un serie di esercizi volti a recuperare la stabilità della schiena e a ridurre lo squilibrio della meccanica del bacino dovuta dalla diastasi.

Pt Simona Spagni
Prof. Ciro Abbruzzese

mercoledì 29 ottobre 2014

integratore della lordosi lombare "L3"

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Fermo la mia attenzione sul ruolo importante che svolge la terza vertebra lombare (L3) nell’equilibrio statico e dinamico del segmento lombare. E’ un vero integratore della freccia lombare, mostrando che la stazione eretta riflessa, istintiva, si ha sempre un’attivazione dei muscoli spinali posteriori, con annullamento della lordosi lombare, per mobilizzazione di L3.


La terza vertebra lombare è fondamentale  per la distribuzione di forza di gravità, con linee che supportano sia il rachide, che la base d’appoggio, quindi è il punto di convergenza di tutti i movimenti del corpo, essendo una vertebra mobile - pesante, è quella più soggetta a disfunzioni.
Questo Centro Somatico è composto da un importantissimo relè muscolare:
- diaframma (la sua cupola di destra con inserzione a livello di L1-L2-L3-L4,a sinistra  L1-L2-L3)
- piccolo dentato posteriore inferiore ( origina dal foglietto della fascia lombosacrale, processi spinosi T11-T12 e L1-L3
- lunghissimo del dorso e muscoli spinali
Angolo sacrale
E’ l’angolo tra il piano passante per il piatto superiore del sacro e il suolo, nella stazione eretta in condizione fisiologiche è di 30°/35°

Proposta
E’di notevole importanza ricreare la curva lombare, soprattutto con gli esercizi "seduti su panca" dove la compressione discale aumenta del 40% rispetto alla posizione eretta.

Prof. Ciro Abbruzzese

martedì 28 ottobre 2014

Magrezza femminile vero benessere?

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Magrezza femminile vero benessere?
Assistiamo ormai da diversi anni ad un fenomeno piuttosto preoccupante che vede “il culto della magrezza” come il traguardo da raggiungere a tutti i costi. Tutto ciò oltre ad avere un risvolto decisamente negativo sulla salute fisica e mentale delle donne fa sostanzialmente perdere di vista  il vero obiettivo al quale un percorso di benessere deve mirare.
Il nostro compito allora è quello di sensibilizzare ed educare tutte coloro che si avvicinano ad un’attività fisica guidate e personalizzate, come nel nostro centro, circa l’importanza fondamentale della postura.
Essere magre ma avere un assetto non equilibrato vuol dire andare inevitabilmente incontro a tutte una serie di disturbi che con il passare degli anni
possono diventare vere e proprie patologie.
Dunque la postura è un elemento che bisogna sempre valutare prima dell’inizio di ogni programma di allenamento e va tenuto costantemente in considerazione.
Per questo motivo è buona norma affidarsi sempre a persone qualificate e competenti che sappiano fornire utili spunti e informazioni affinché il nostro corpo sia sempre in equilibrio e in armonia con la nostra psiche.

Pt Simona Spagni
Prof. Ciro Abbruzzese

lunedì 27 ottobre 2014

Rieducazione sinergica per il dolore lombare ...

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La sintomatologia dolorosa nel soggetto lombalgico è determinato dalla perdita di controllo cerebellare dei muscoli profondi che stabilizzano il rachide.
La progressione propriocettiva del controllo segmentario deve avvenire attraverso, la rieducazione di quattro muscoli profondi, diaframma, multifido lombare, pavimento pelvico e trasverso dell’addome.

- Il diaframma è un muscolo largo a cupola che separa la cavità toracica da quella addominale, la sua contrazione ha effetto di abbassare la cupola diaframmatica determinando, insieme ai muscoli inspiratori il richiamo d’aria nelle vie aeree durante l’inspirazione. Il ruolo sinergico insieme agli stabilizzatori rachidei, garantisce l’aumento di pressione intra - addominale fondamentale per le funzioni vitali.

- multifido lombare è un muscolo profondo che si estende dalla apofisi spinosa di C2 al sacro, da qui i suoi fasci discendono, divergendo, per fissarsi sulle apofisi trasverse della vertebre sottostanti. I fasci muscolari più profondi hanno il decorso più corto  mentre quelli superficiali più lunghi . La sua azione estensoria e rotatoria, è di fondamentale importanza per stabilizzare la colonna vertebrale.

- Il pavimento pelvico è costituito da fasci muscolari interni che garantiscono la posizione degli organi addominale e pelvici chiudendo lo spazio addome-pelvico in direzione caudale e, quindi, sostenere il peso dei visceri. I fasci costituiscono il diaframma pelvico che si estende dal pube anteriormente fino al sacro posteriormente e parte laterale del bacino all’altra ( muscoli elevatore dell’ano e muscolo coccigeo).

- Trasverso dell’addome è un muscolo largo che contribuisce a formare la parete addominale, origina dalla faccia interna delle ultime sei coste “cartilagine costale” che si alternano a quelle del diaframma e inoltre dalla fascia lombo dorsale (dal labbro interno anteriore della cresta iliaca e dalla metà laterale del legamento inguinale). Contraendosi porta indietro le coste comportandosi come un vero muscolo espiratorio, aumentando cosi la pressione addominale, ed è accompagnato quella involontaria del multifido e viceversa.


Proposta rieducativa
  • esercizi respiratori “diaframmatica”
  • esercizi sul multifido e trasverso dell’addome
  • esercizi per il pavimento pelvico
Prof Ciro Abbruzzese

sabato 25 ottobre 2014

Combattere il dolore con il movimento sogno o realtà ? " parte I° "

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Combattere il dolore con il movimento …sogno o realtà?

Circa l’ 80% della popolazione italiana almeno una volta nella vita ha sofferto di mal di schiena, molto spesso ha assunto antidolorifici o ha aspettato che passasse senza però approfondire le reali cause di questo disturbo, o peggio ancora ha imparato a conviverci credendo che non ci sia nulla da fare o, se avanti con gli anni, che sia conseguenza dell’inevitabile processo di invecchiamento.
In realtà spesso le cause di questo fastidioso disturbo risiedono in un errato stile di  vita e una elevata sedentarietà anche in età giovanile.

Passato l’episodio doloroso spesso le ricadute sono purtroppo frequenti, allora per interrompere questo meccanismo doloroso e talvolta invalidante, è necessario intervenire di specifici esercizi motori volti a rinforzare la muscolatura profonda del rachide lombare, retto addominale, addominale trasverso, obliquo esterno interno, uniti sinergicamente in un lavoro di stabilizzazione del bacino con il rachide.
Quindi la regolare pratica di un’attività fisica in questi casi non va assolutamente abbandonata, anzi, ma spetta al professionista di scienze motorie calibrare la modalità e l’intensità della stessa tenendo ben presente sia i gusti e gli obiettivi del cliente sia il suo stato di salute e ciò di cui il suo fisico necessità per ritrovare il giusto equilibrio.

Pt  Simona Spagni
Prof. Ciro Abbruzzese

venerdì 24 ottobre 2014

Metabolic Condition

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Metabolic Condition
L’evento lesivo a livello muscolare costituisce uno dei indulti traumatici più ricorrenti in ambito sportivo. L’entità della lesione può andare dal semplice stiramento, spesso associato a rottura di piccoli vasi, con comparsa di dolore, sino allo strappo completo.


Le lesioni muscoli possono essere correlate ad un tipo di contrazione eseguita (fase eccentrica).E’ importante sapere che la contrazione eccentrica è particolare, il muscolo produce forza, anziché accorciandosi ma allungandosi.
Cosi facendo si scatenano diversi eventi metabolici:
  • Aumento di forza prodotta dalle fibre muscolari nella velocità d’esecuzione
  • La forza è ben tre volte a quella della fase concentrica
  • Aumento della temperatura locale e acidosi
  • Anassia cellulare
Tutti questi eventi aumentano la fragilità tendinee – muscolare

Consiglio di attuare un buon condizionamento del distretto muscolare agonista-antagonista

Programma  Metabolic Condition  Prof. Ciro Abbruzzese

giovedì 23 ottobre 2014

CORE BALANCE " Il vero centro funzionale"


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Il Core è il centro Funzionale del corpo...

Core, è il  “nucleo”, ovvero quella zona centrale del complesso coxo-lombo-pelvico che rappresenta un punto di reazione stabile per il resto del corpo o più semplicemente possiamo descriverlo come “ il centro funzionale del corpo”.

Il Core comprende  tutti i muscoli compresi fra spalle e pelvi che agiscono per il trasferimento di forza dalla colonna alle estremità consentendo il collegamento reciproco fra tratto assile e tratti appendicolari.

La funzione di controllo della muscolatura addominale e lombare viene ad assumere un ruolo primario nella prevenzione e nel recupero di patologie muscolo/scheletriche, nel controllo della postura ma anche nel miglioramento della performance sportiva.

Esiste un vero  e proprio sistema di appoggio per l’equilibrio funzionale nel corpo umano che è rappresentato da quella fascia centrale che include il complesso coxo-lombo-pelvico, il core appunto, che consente la stabilità e promuove la reattività. Tale corsetto muscolare favorisce infatti una miglior postura ed azioni dinamiche più potenti ed esplosive.

Pt Simona Spagni 

mercoledì 22 ottobre 2014

Analisi funzionale Stacco a gambe tese


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E' inportante conoscere la funzionalità dei muscoli profondi con tutti gli elementi che assicurano coesione e stabilità, in un esercizio ad alto impatto come lo stacco a gambe tese.

Focalizziamo la nostra attenzione sul tratto lombo sacrale perchè, basta una leggera perdita di tono del multifido profondo lombare per creare movimenti anomali, compromettendo la stabilizzazione di tutta la struttura.
Soggetto in posizione eretta i muscoli spinali e la parete addominale antero laterale, insieme allo ileo-psoas parte ventrale svolgono un'attività ad alternanza mielettrica leggera d'aggiustamento posturale.
Nella fase eccentrica (flessione), i muscoli spinali si disattivano tanto più grande è l'angolo di flessione, con l'attivazione dei muscoli retto addominali, ileo-psoas, quadrato dei lombi, intercostali interni e esterni, obliqui interni - esterni e trasverso dell'addome.
Nell'estensione inizia con l'attivazione dei muscoli spinali e le strutture legamentose - tendinee tanto più cresce l'angolo di antiflessione.
Nella fase intermedia di sospensione l'estensione apparentemente è del tronco, ma risulta soprattutto del bacino, terminando con un'abduzione del cingolo scapolare.     
Prof. Ciro Abbruzzese

martedì 21 ottobre 2014

pilastro delle attività cinetiche

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il pilastro per tutte le attività cinetiche...
Vengono definiti cosi tutti i muscoli profondi "antigravitazionali" che permettono di mantenere, automaticamente in modo riflesso, la stazione eretta bipodalica, in equilibrio stabile contro la forza di gravità. Essi rappresentano il supporto per tutte le attività cinetiche, volontarie e coscienti. A livello articolare costituiscono la frazione di fibre stabilizzatrici, dei legamenti attivi, che intervengono anticipando il movimento volontario al fine di garantire stabilità e protezione.










Il comando centrale dei muscoli profondi è "sottocorticale" (nucleo caudato, nucleo lenticolare, nuclei talamici anteriori, nuclei mesencefali, nuclei del tronco encefalico, oliva bulbare e cervelletto).


Il pilastro è l'area di comando centrale che determina (R.J. Bourdiol)
- La funzione del muscolo
- Il tipo di fibre
- Il metabolismo
- La velocità d'azione
- La sua resistenza alla fatica



Gli esterocettori periferici si devono aggiungere ad altri due sistemi recettoriali neuro-muscolare e neuro-tendineo. Questi " Meccanorecettori" ( fusi neuro-muscolari, Organi dei Golgi, recettori kinestesici) sono terminazioni nervose sensitive localizzate in corrispondenza di muscoli,  tendini, ossa e articolazioni, specializzate dai nervi sensoriali che inviano informazioni relative al movimento ed alla posizione spaziale del corpo.

Prof.Ciro Abbruzzese

domenica 19 ottobre 2014

L'occhio controllo sensoriale

L'occhio è l'organo sensoriale più importante del sistema afferente Tonico-Posturale, riceve stimoli esterni e interni (estero-propriocettivo) che vengono trasmessi ai centri nervosi, dando origine alle sensazioni visive.
Dal punto di vista Fisiologico...
Tutti i processi iniziali della visione e grazie al suo sistema diottrico che forma sulla superficie retinica l'immagine luminosa degli oggetti dell'ambiente esterno, con la intermediazione delle reazioni fotochimiche che si svolgono a livello dei recettori retinici; potenziando cosi il pigmento contenuto nei coni e bastoncelli che si propagano lungo la fibra del nervo ottico, trasformando gli impulsi luminosi in elettrici. I nervi ottici si incrociano parzialmente a livello del chiasma e raggiungono il corpo genicolato laterale; da qui originano le fibre delle radiazioni ottiche, che vanno alla corteccia visiva dei lobi occipitali.

Rapporto anatomo-fisiologico oculogiria e oculocefalogiria...

L'oculogiria non ha alcun rapporto stretto con la visione, ma concerne la mobilità del globo oculare nel fenomeno della convergenza fisiologica per la visione binoculare. Dipende da sei muscoli, quattro retti per la mobilità orizzontale e verticale e due obliqui per i movimanto di rotazione. Esiste però un'associazione anatomo-fisiologico fra i nuclei dei nervi oculogiria (n.c. III, IV, V ) che innervano la muscolatura del globo oculare e i nuclei del nervo accessorio spinale XI che a sua volta innerva gli Sternocleidomastoideo e il Trapezio sono i due cefalogiria. La rotazione cefalica si effettua grazie alla contrazione dello SCM e trapezio avendo un ruolo molto sensitivo. L'area ci comando corticale dell'oculocefalogiria è situata nella seconda circonvoluzione frontale (Area 6 di Brodmann), quindi si intuisce che le afferenze sensoriali e visive alterate in un soggetto con turbe oculari, perde l'automatismo di questi movimenti coniugati dello sguardo e del capo " riflessi involontari" creano vizi posturali e turbe.
I due sistemi visivi.....
Gli emisferi visivi cerebrali non sono ne perfettamente simmetrici, ne funzionalmente simili sono complementari. Anche il sistema visivo, in visione binoculare e con corrispondenza retinica, richiede a ciscun occhio delle funzioni specifiche.
L'occhio direttore "preferenziale" corrisponde alla lateralità corticale del soggetto,ha un sistema neuromuscolare quasi esclusivamente limitato alla macula retinica, e prevalgono i coni. La sua corteccia di ricezione è la scissura calcarina faccia interna del lobo occipitale. E' quest'occhio che apprezza l'intensità, la lunchezza d'onda (il colore) paragona, interpetra e memorizza.
L'occhio di guardia detto "stereognosico" la sua ricezione è periferica si effettua prevalentemente sulla retina periferica dove dominano i bastoncelli. Questi recettori non sono incaricati alla percezione dei colori, ma sono preposti alla percezione alla localizzazione e al controllo spazio e del movimento. L'occhio gi guardia attraverso la sua apertura angolare, abbraccia lo spazio nel quale si piazza il soggetto. Per mezzo del suo potere di discriminazione cinetica avvisa automaticamente per via riflessa il soggetto di tutto quando si muove nell'ambiente. Attraverso la sintesi terminale, permette la corteccia occipitale di capire tutte le trasformazioni che lo circondano mettendolo in guardia.
E' il reale centro sensoriale direzionale della cinesia ed è quello che crea maggiormente problemi posturali ....

Prof. Ciro Abbruzzese - phisiofit

Phisio Trainer on-line

Il servizio offre la possibilità di ricevere comodamente una consulenza tecnica qualificata, in ordine a vari metodi di allenamento, anche preventivi e rieducativi personalizzati e curati in ogni minimo dettaglio grazie anche alla possibilità di effettuare valutazioni posturali e morfo-funzionali.

si rivolge a tutti coloro che nell'allenamento ricercano:

  • Riavvicinamento all'attività fisica
  • Forma fisica a benessere
  • Programmi di dimagrimento
  • Riequilibrio posturale
  • Rieducazione e recupero funzionale (post-traumatico)
  • Programmi di prevenzione agli infortuni
  • Programmi di ipertrofia muscolare
  • Miglioramento delle capacità condizionali (Forza, Esplosività, Resistenza, Potenza)
  • Perfezionamento delle abilità neuro motorie del gesto tecnico dello sport svolto

Per qualsiasi informazione non esitare a contattarci utilizzando:

una e-mail, chiamata o videochiamata (Skipe) oppure navigando sui Social Network (Facebook-Twitter-Pinterest)
Prof.Ciro Abbruzzese cellulare: 3293547176  e-mail: ciro.abbruzzesephisiofit@gmail.com Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.